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Servilismo giornalistico e solidarieta'

di Ugo Morelli / scritto il 24-04-2009

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Analogamente a quello che accade in un sogno pauroso, uno attende con ansia il risveglio per dirsi, nel sudore e col batticuore: dai, era solo un sogno! Non è andata così la sera di Pasqua nel corso del TG1 nazionale. E vale la pena parlarne mettendo al centro il senso e la responsabilità di essere e fare i giornalisti. Durante la lunga e interminabile sequenza di servizi, non sul terremoto de L’Aquila, ma sui politici in passerella a L’Aquila, ad un certo punto è partito un servizio della durata di alcuni minuti. L’inizio ha ripreso la scena di un’anziana signora che qualche giorno prima si era fatta avanti al Presidente del Consiglio dei ministri per le vie della città urlando la propria disperazione e dicendo che non aveva più neppure la dentiera. In successione il servizio ha presentato un’intervista alla signora in cui le veniva chiesto se ricordava cosa aveva detto al Presidente in occasione di quell’incontro. La signora non ricordava, diceva di essere confusa e che era troppo emozionata per ricordare. Chi la intervistava ha insistito e ha suggerito il ricordo della dentiera; la signora ha acconsentito non convinta e allora il giornalista si è sostituito a lei e ha ricordato la scena e le parole. A quel punto le immagini si sono spostate su alcuni mezzi della sanità in arrivo a L’Aquila e poi hanno presentato la signora in un ambulatorio mobile, mentre solerti medici e tecnici le prendevano l’impronta per una nuova dentiera che è stata realizzata in poche ore e montata in bocca alla signora. Il servizio è proseguito intervistando i tecnici i quali hanno espresso stupore per l’eccezionalità e la rapidità dell’operazione voluta direttamente dal Presidente del Consiglio dei ministri, non dicendo con quali finanziamenti, e i giornalisti e i cameramen compiacenti hanno proseguito nell’elogio della rapidità e dell’intervento diretto per intercessione personale del capo del governo. Era la sera di Pasqua; in prima serata, al TG1. La scena madre era stata quella di partenza: la signora ripresa mentre diceva di aver perso anche la dentiera. Domanda: se quella scena non fosse stata ripresa e il premier non ne avesse fatto un uso strategico e funzionale a quello che è il suo vero sistema di governo del paese, la signora avrebbe avuto la dentiera in poche ore? Il modo in cui il premier usa l’informazione è noto a tutti. Ciò che è qui in discussione è il modo in cui i giornalisti fanno informazione. Non si provi, speriamo, a tirare in ballo la solidarietà: quello è un servilismo che non compare neppure nei documentari dell’istituto Luce e fa vergogna a chiunque abbia un minimo di senso di responsabilità per la professione giornalistica. Si tratta solo della punta emergente di un intero stile informativo sull’evento aquilano, centrato su notizie strillate e spazi distribuiti per i politici in visita. Perfino la componente per nulla “naturale” ma annunciata della catastrofe, quella relativa agli imbrogli edilizi e all’incuria rispetto alle norme e alle informazioni disponibili sui rischi, è stata documentata al traino e non grazie a qualche inchiesta attenta sulla situazione. Se l’informazione è condizione della democrazia c’è da essere molto preoccupati.

(Ugo Morelli)