base

home/conflict now

Cerca:

La scienza e noi tutti

di Ugo Morelli / scritto il 01-06-2009

torna indietro

Furono molti i tentativi di divenire famosi cercando di confutare Copernico e Galileo per continuare a sostenere che la Terra fosse al centro del sistema solare e che il sole le girasse intorno. C’è chi cerca di affermarsi per luce propria e chi per luce riflessa, attaccando chi porta avanti l’ipotesi più accreditata e più visibile. Così diviene un po’ visibile anche lui. Lo stesso pare accadere per l’appariscente affermazione: “smentita la teoria dei neuroni specchio”, sostenuta da Alfonso Caramazza sul Corriere del Trentino del 25 maggio 2008. C’è una punta i provincialismo in quella affermazione, mentre i laboratori di ricerca in neuroscienze di tutto il mondo confermano la scoperta dei neuroni specchio fatta a Parma a partire da circa venti anni fa da un gruppo di scienziati italiani. Perché dovrebbe interessare un confronto del genere? Per almeno due motivi. Il primo è che la comunità trentina finanzia in modo copioso il Centro di ricerca su mente e cervello e il suo responsabile Caramazza che si “divide” tra Harvard e Rovereto e non è dato di sapere con quali, diciamo così, priorità, anche se non è difficile immaginarle. Sarebbe importante perciò conoscere la rilevanza dei risultati e delle scoperte proprie ottenute dal Cimec. La seconda ragione è che Caramazza non dice che risultati ottenuti con la stessa metodica utilizzata da lui e dai suoi partner confermano i neuroni specchio anziché smentirli. Ma di cosa stiamo parlando? Di una questione che ci riguarda tutti. Ad ognuno di noi capita di chiedersi come fa a capire un altro, a sentire quello che sente un altro e a soffrire o gioire con lui. Più semplicemente ci succede di avere l’acquolina in bocca quando vediamo uno mangiare il gelato o di piangere a cinema per il dolore o la commozione di un personaggio. Non siamo l’altro eppure sentiamo quello che sente e sappiamo quello che fa. Abbiamo chiamato empatia alcuni aspetti di tutto questo, ma da una quindicina di anni la ricerca sul cervello umano ha provato a capire come accade naturalmente che noi sentiamo quello che sente un altro. Sono state cercate e trovate le basi naturali della nostra capacità di relazione con gli altri: la dotazione nella scimmia e negli umani di gruppi di neuroni, le cellule del cervello, che sono stati chiamati “neuroni specchio”. Si tratta di una rivoluzione operata nei laboratori italiani dell’Università di Parma da Vittorio Gallese e Giacomo Rizzolatti e confermata in tutto il mondo. È giusto che si sappia che la comprensione del comportamento umano era stata consegnata nel tempo a una spiegazione mentalista e con questa scoperta al centro viene posto il ruolo del corpo e del movimento. I risultati della ricerca scientifica devono essere verificati e falsificati in ogni modo e ogni critica è sale della terra. Ma prima di sostenere ancora una volta che ci comportiamo in base a “programmi” interni e mentali e non esprimendo la nostra relazionalità naturale sarebbe opportuno approfondire e cercare, almeno quanto chi ha scoperto i neuroni specchio.

(Ugo Morelli)