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Chi non sono: la definizione dell’indentità degli espatriati in cooperazione internazionale ed intervento umanitario

di Flora Bertizzolo (Settembre 2007)

Le grandi Organizzazioni Non Governative del Nord del mondo –come Oxfam, Save The Children, Medici Senza Frontiere…- rappresentano un’entità controversa, che dà adito ad interpretazioni tra loro discordanti. Paladine dei diritti degli ultimi - nella loro autodefinizione- oppure macchine da progetti, sfruttatrici dei nostri sensi di colpa, approfittatrici delle sventure umane?
Soprattutto negli ultimi anni, le ONG internazionali sono state accusate di essere strumentalizzate subdolamente dai Governi del Nord del mondo per imporre nel Sud il modo di pensare occidentale -orientato al profitto e alla produzione- attraverso i progetti di cooperazione allo sviluppo. I cooperanti, o nella loro definizione inglese, expats, figure professionali provenienti dal Nord –e pagati con stipendi del Nord- al servizio delle ONG internazionali- devono confrontarsi tutti i giorni con queste contraddizioni, legate appunto alla complessità del lavoro umanitario. L’identità, e soprattutto l’autorappresentazione degli espatriati, non è stata fino adesso soggetto di una ricerca approfondita. Basandosi su uno schema di ricerca “non-critical/ no reality” (Burrel and Morgan, 1977), il compito del presente studio è di analizzare ed esplorare l’autodefinizione e l’autorappresentazione degli espatriati al servizio di ONG nel Sud del mondo.
L’analisi tematica e del discorso dei dati raccolti con interviste semi-strutturate sottolinea una difficoltà generale, da parte dei soggetti, nel definire chiaramente la propria professione e di conseguenza la propria identità. Il self-labeling da parte degli stessi viene infatti risolto da tutti i soggetti intervistati negando ciò che non sono, invece che affermando ciò che sono.
La doppia negazione che risulta dal tentativo di definire più chiaramente la propria identità è sintomo di un conflitto interiore che scaturisce dalle ambiguità proprie dell’intervento umanitario e si riflette sui soggetti che lo compiono.

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