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Doglio, Carlo

Nasce a Cesena il 19.11.1914 e vi risiede fino all'età di 17 anni, quando consegue il diploma di maturità classica.
Si trasferisce poi a Bologna nel 1932, laureandosi in Diritto Civile nel 1936. Qui incontra Diana Cenni, che più tardi sposerà e dalla quale nel 1949 avrà il figlio Daniele. Negli anni 30 si occupa di cinema e scrive. È ufficiale di Commissariato Aeronautico a Bari, in Friuli e a Forlì. Nel 1942 viene arrestato e rinchiuso nel carcere di San Giovanni in Monte, da dove esce alla caduta del fascismo. Trasferitosi a Cesena è nuovamente arrestato e, costretto ad allontanarsi dalla zona, si trasferisce a Milano. Qui prosegue l'attività clandestina.
Promuove il periodico “La Verità”, organo del Partito Italiano Lavoratori. Si rafforza in questi anni l'amicizia con Aldo Capitini.
A partire dal 1946 diventa redattore di "Gioventù Anarchica” e inizia la collaborazione a “Il Libertario” e alla rivista teorica “Volontà”. Grazie a Giancarlo De Carlo, entra in contatto con la comunità degli architetti milanesi e, con il gruppo razionalista, si occupa di critica dell'architettura e dell'urbanistica.
Ottiene l'incarico direttore editoriale alla Mondadori fino al 1949, quando viene assunto a Ivrea da Adriano Olivetti per dirigere il “Giornale di Fabbrica” con redazione paritetica operaia e padronale.
Nel 1952 è vincitore del premio Inu-Della Rocca per una monografia su "La città giardino".
Dal 1951 al 1955 lavora al piano regolatore di Ivrea e al piano territoriale del Canavese e nel corso di questa esperienza fa parte della commissione (composta da Quaroni, Renacco e Fiocchi) costituita allo scopo di visitare varie città d'Europa per conoscere le esperienze di pianificazione e le riforme istituzionali più rilevanti. Nel 1955 lascia l'Italia e, sempre dipendente della Olivetti e inviato della rivista “Comunità”, si reca a Londra dove risiede fino al 1960.
A Londra, incontra e stabilisce un forte sodalizio con John Papworth, direttore della rivista “Resistence” e consulente di Kenneth Kaunda in Zambia, nel corso degli anni sessanta, con l'economista Ernst F. Schumacher (di cui tradurrà in italiano Piccolo è bello), con Jayaprakash Narayan e con l'urbanista Colin Ward, animatore del settimanale anarchico “Freedom”.
Nel 1961 torna in Italia e si reca in Sicilia, a Partinico, per lavorare con Danilo Dolci.
Qui, nel 1964, svolge attività di libera docenza in Pianificazione territoriale.
Poi è a Napoli, e nel 1969 viene chiamato da Giuseppe Samonà presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia come professore aggregato presso il gruppo Urbanistico.
Dal 1972, diventato professore ordinario, insegna presso Scienze Politiche di Bologna, nel Dipartimento di Sociologia diretto da Achille Ardigò.
Ha collaborato, inoltre, a numerose riviste, tra cui: “Volontà”, “Comunità”, “Mondo Economico”,
“Metron”, “Dibattito Urbanistico”. Ancora attivo e impegnato in diverse attività politiche e culturali, si spegne a Bologna il 25 aprile del 1995.