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Noi meticci.

di Ugo Morelli / scritto il 24-08-2005

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L’invocazione della “difesa in armi” e l’allarme: “diventiamo tutti meticci”, del sig. Marcello Pera, al secolo seconda carica dello stato e Presidente del Senato di quella stessa Repubblica che nella propria carta costituzionale dichiara di ripudiare la guerra come mezzo di soluzione dei conflitti, è un segno del degrado della civiltà e della solidarietà verso la barbarie, che rischiamo nel nostro tempo. L’inconsistenza concettuale, argomentativa e politica della posizione di Pera è indiscutibile e non meriterebbe di essere considerata, soprattutto per il senso di profonda vergogna che suscita, se non mostrasse di avere un humus e un terreno fertile da cui sembra provenire e in cui sembra ricadere con efficacia. Pera si mostra incapace di giungere a capire che il relativismo non vuol dire che tutte le posizioni sono uguali, ma che tutte, per il fatto di esistere, sono presenti e quindi legittime. Non comprende il sig. Pera che la democrazia è il tentativo di creare le condizioni perché ogni posizione possa esprimersi. Anziché la via conflittuale e impegnativa del confronto e della ricerca delle vie migliori e ragionevoli, Pera sceglie la via di eliminare chi non è come lui. Il fatto è che multiculturale e meticcio, anche se non se ne è accorto, Pera stesso lo è già. Come tutti noi che viviamo nella civiltà planetaria. Come tutti noi che abbiamo codici genetici identici non solo a tutti gli uomini, ma ai batteri e alle rane, all’erba e alle ….pere! Senza temere per l’incolumità mentale di Pera, qualora scoprisse la cosa, molto importante appare analizzare l’humus, il terreno di coltura da cui proviene la sua posizione; è bene studiare attentamente come mai una simile posizione possa essere ritenuta esprimibile pubblicamente; è bene impegnarsi ad agire per la gestione dei conflitti che le ricadute di simili posizioni comportano.

(Ugo Morelli)