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Liberta' di chi?

di Antonio Castagna / scritto il 09-03-2009

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Ritorno sulla questione del testamento biologico perché c'è qualcosa di veramente inqualificabile nell'atteggiamento del PD. La posizione assunta in quest'ultima fase ed espressa in particolare da Anna Finocchiaro ha finalmente il merito della chiarezza: si può trattare solo se si parte dal presupposto costituzionale che accettare o rifiutare le cure spetta al malato. Vuol dire, si può discutere di tutto, ma non un principio costituzionale. Inutile ricordare che la Costituzione si può cambiare, ma con legge costituzionale che passi al vaglio di un referendum, non con una legge ordinaria.
Questa presa di posizione però evidentemente non è sufficiente per sgomberare il campo dagli equivoci. Nelle scorse settimane, Francesco Rutelli, ha rilasciato interviste a diversi quotidiani sostenendo che su questioni tanto delicate come il testamento biologico e altre questioni legate alla vita e alla morte non può che esserci libertà di coscienza. E il segretario del PD Franceschini ha confermato questa posizione. L'affermazione di Rutelli è incredibile ed è incredibile che Franceschini la accetti per plausibile. La libertà di coscienza da preservare infatti è quella del malato, non la sua. Lui può sempre sostenere che finché respira una persona è viva e quella vita merita di essere vissuta, nessuno glielo impedirà mai. Ma il suo compito di legislatore non è quello di trasformare le sue convinzioni religiose ed etiche in leggi, quanto garantire condizioni affinché punti di vista e volontà individuali diverse possano coesistere. È lui che deve garantire a me la libertà di coscienza, non io che devo consentire a lui la libertà di negare a me la libertà di coscienza. È un'idea un po' stramba di libertà che Rutelli sostiene, mentre il segretario del PD dice che lui non è d'accordo ma in fondo è un'idea legittima.

(Antonio Castagna)