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Contro la saturazione

di Ugo Morelli / scritto il 11-07-2011

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Immaginiamo di dover disegnare una faccia di luna (un cerchio con quattro segni dentro, al posto di naso, bocca e occhi) finchè non siamo stufi di farlo. Andremo avanti fino a quando vogliamo, ma l’esperienza dimostra che non ci fermeremo presto, perché siamo influenzati dalla presenza dello sperimentatore che ci ha dato la consegna. Quando siamo stufi ci viene detto che possiamo fare un disegno libero, a nostro piacimento. La prima volta, due terzi delle persone coinvolte ci provano subito e un terzo rinuncia. Più si ripete l’alternanza tra la consegna a disegnare una faccia di luna e il disegno libero, più si riduce, fino a meno di un terzo, il numero di coloro che sono ancora disposti a cimentarsi in un disegno libero. Abbiamo partecipato a un noto esperimento di scienza cognitiva creato dal grande Kurt Lewin negli anni trenta del secolo scorso e replicato nei laboratori di tutto il mondo. Abbiamo anche scoperto che cosa può essere la saturazione psichica. Ognuno di noi può riportare nella propria vita di ogni giorno, oggi in particolare, quel sentimento che sta tra la noia della ripetizione e del tutto pieno e le situazioni in cui non abbiamo più voglia di niente. Pare che questo sentimento si diffonda sempre più per diverse ragioni e che sia dovuto a una progressiva perdita d’interesse per sovraesposizione a stimoli ripetitivi. Non riguarda solo esperienze futili. Ha per esempio a che fare con i comportamenti di consumo e con la spinta compulsiva a frequentare luoghi per l’acquisto; riguarda il rapporto con l’alcolismo e la dipendenza; ha a che fare con l’abulia di fronte alla partecipazione politica e associativa; interviene, come mostrano ricerche recenti, con la perdita di interesse a cercare un lavoro, in questo caso per la verificata inefficacia di reiterati tentativi. Un’attività che impegna inutilmente con sempre maggior fatica può sfociare a sua volta nella saturazione. Il troppo pieno o il troppo vuoto generano, per certi aspetti, esiti psicologici e comportamentali simili. Ci appare con una certa evidenza una questione che si propone come decisiva per le scelte di presente e di futuro nei nostri sistemi locali. Se i processi di saturazione psichica, il manifestarsi compulsivo di bisogni non soddisfatti, la ricerca sostitutiva di azioni compensatorie, dipendono decisamente da come si organizzano le opportunità e gli spazi e il tempo della vita, è bene considerare la scala e la soglia delle decisioni e delle scelte, per contrastare e evitare la saturazione. In primo luogo è importante che non si imitino le standardizzazioni dei grandi sistemi metropolitani; in secondo luogo e per converso, che non si incentivi il localismo ad oltranza e la sua conseguente chiusura; in terzo luogo che i programmi culturali e educativi mirino ad aumentare le scelte possibili e non a ridurle; in quarto luogo che si punti ogni volta che si può a soglie appropriate nelle forme di scelta e di governo, come la mobilità e l’amministrazione dei territori. Le teste ben fatte sono figlie di contesti appropriati.

http://www.ugomorelli.eu