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Educare al conflitto per far vivere la democrazia

di Ugo Morelli (Aprile 2007)

Il paper di Ugo Morelli propone una riflessione sul tema dell’educazione al conflitto grazie ad una lettura trasversale di due testi di recente pubblicazione: “Imparare democrazia” di Gustavo Zagrebelsky e “Contro il vangelo armato. Giordano Bruno, Ronsard e la religione” di Nuccio Ordine.
Come è noto Giordano Bruno proponeva una indagine spregiudicata e irriverente di qualsiasi fondamento insieme alla ricerca delle condizioni per tradurre quell’atteggiamento nella pratica politica e nel disegno delle istituzioni. Siamo di fronte – scrive Morelli – “alla proposta della conoscenza, della pratica politica e della presenza nella vita istituzionale, come gestione costante ed evolutiva del conflitto”.
Da questo punto di vista emrgono le corrispondenze fra il metodo scientifico che continuamente deve verificare, falsificare, sperimentare le proprie affermazioni e il metodo democratico che continuamente deve rivedere i propri principi e i propri limiti. Non si può volere la democrazia e allo stesso tempo irretirla in dogmi. In questo senso alcune posizioni rigide e intransigenti di difesa della democrazia assomigliano tragicamente a quelle dei fanatici religiosi che si scagliavano contro Giordano Bruno contraddistinti dalla pretesa di infallibilità e dall’accanimento pedagogico nel voler plasmare gli altri a propria immagine e somiglianza.
Politica viene da polis e politéia”, scrive Zagrebelsky “due concetti che indicano il vivere insieme, il convivio. È l’arte, la scienza, l’attività dedicata alla convivenza”. Quello politico non è il luogo del “contrario”; quest’ultimo è il luogo del “bellico”. Quello politico allora è il luogo del conflitto, della infinita ricerca della sua elaborazione come essenza costitutiva delle relazioni umane.

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