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Conflitti generativi. Istituzioni e crisi della capacità di mediazione

di Carla Weber (Maggio 2006)

Caso "il bambino che non c'è"

Ho incontrato Marco a sette anni, era in prima elementare. I genitori in ansia e fortemente umiliati dalla situazione che si era venuta a creare nell'esperienza scolastica del figlio, mi avevano chiesto una diagnosi sulla funzionalità del bambino, poichè le insegnanti indicavano un grave deficit nell'apprendimento e nella capacità di relazione con gli altri bambini. Come capita in questi casi, la lista dei problemi e dei disagi creati da Marco in classe era carica di rinvii a diverse e contrastanti letture della situazione, a seconda che a parlare fossero i genitori o le insegnanti. Cinque sedute con Marco mi diedero gli elementi necessari per interagire con le aspettative dei genitori e delle insegnanti riguardo ai compiti educativi che ciascuno riteneva di dover presidiare "per il bene del bambino". Risulta chiaro che Marco aveva il problema di non potersi occupare delle ansie e delle paure di inadeguatezza dei propri genitori, esito di una valutazione esterna che arrivava dalla scuola, e nemmeno delle ansie delle insegnanti verso i risultati da raggiungere a fine anno, come previsto dal programma. L'incapacità del bambino di essere adeguato alle aspettative di entrambe le istituzioni, famiglia e scuola, era l'oggetto della crisi.

* Relazione tenuta al Convegno Internazionale di Castiglioncello - Castello Pasquini: 5-6-7 maggio 2006, promosso dal Coordinamento Genitori Democratici : IL BAMBINO IR-REALE.

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