di Gabriella De Fino (Marzo 2006)
I requisiti di metodo e di teoria propri dell'action research la rendono un orientamento particolarmente interessante se si intende coinvolgere attivamente e con responsabilità le comunità rispetto alle proprie possibilità di sviluppo sociale, territoriale ed economico. Conviene allo stesso tempo assumere un atteggiamento critico nei riguardi di tale orientamento, che, per le sue caratteristiche peculiari, può facilmente rischiare di essere enfatizzato e quindi letto in termini meramente ideologici. Come è noto, d'altronde, la ricerca azione ha attraversato una fase di crisi durante gli anni Sessanta del secolo scorso, in ragione del fatto che è stata associata spesso all'attivismo politico più radicale, mentre è stata successivamente rivalutata proprio in virtù del suo essere una pratica orientata a migliorare gli ambiti di formazione e di educazione e le attività basate sulla partecipazione sociale. Il rapporto tra tensione al cambiamento e ricerca delle condizioni di rigore metodologico rimane, tuttavia, una delle questioni di più rilevante criticità di questo approccio.
Questo articolo intende pertanto presentare, mediante il racconto di un'esperienza di ricerca svolta in una località del Trentino, vincoli e possibilità di un percorso conoscitivo e operativo basato sulla prospettiva dell'action research.
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