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Counselling come Matching: lo spazio drammatico e lo spazio dialettico

di Carla Weber (Luglio 2004)

L’articolo approfondisce alcuni aspetti della relazione consulenziale, relazione che può essere definita come “matching”.
Il termine “matching” cerca di cogliere in divenire la dimensione conflittuale costitutiva dello scambio che va definendosi da subito nelle tensioni che si attivano fin dalla presa in carico, se non si intende colludere con la domanda di chi chiede aiuto.
Attivarsi come consulente significa riconoscere che chi chiede aiuto porta in sé le risorse da attivare ed è significativamente in grado di porre il problema o perlomeno di esprimere una domanda, per quanto ‘ingenua’ essa sia, capace di orientare le energie e definire le responsabilità reciproche nell’asimmetria della relazione. L’immagine che può esserci utile per un’integrazione è quella della consulenza come “accompagnamento”, una immagine che contiene la dimensione dinamica e l’effimera qualità intrinseca di questa particolare relazione. Una relazione che vede il consulente come accompagnatore in un viaggio di continua andata e ritorno tra sé e l’altro, tra un dentro e un fuori, un vicino e un lontano, un particolare e il tutto.

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