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“Lo Straniero” n. 52, ottobre 2004 (pp. 18 – 26), ospita un intervento che Johan Galtung aveva tenuto nel mese di giugno precedente al Master in Educazione alla pace dell’Università degli studi di Roma tre. / scritto il 15-10-2004

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“Lo Straniero” n. 52, ottobre 2004 (pp. 18 – 26), ospita un intervento che Johan Galtung aveva tenuto nel mese di giugno precedente al Master in Educazione alla pace dell’Università degli studi di Roma tre.
L’intervento, dal titolo: "Nessun impero dura per sempre. Verso un nuovo ordine mondiale?" si concentra sulla prossima fine dell’Impero americano. Secondo Galtung, che aveva previsto la caduta dell’Impero sovietico entro il 1990, il crollo americano avverrà entro i prossimi venti anni.
Galtung si sofferma più volte sul rapporto tra memoria, conoscenza, e possibilità di creare nessi di futuro. Da diverse ricerche emerge come gli studenti americani, in larga parte, non ricordano chi ha combattuto la guerra del Vietnam e ignorano le 70 guerre in cui gli Stati Uniti sono stati impegnati dal 1946 a oggi. Questo impedisce loro di cogliere i nessi tra economia e guerra e di comprendere quale sia la connessione tra la politica americana e l’11 settembre. I tedeschi invece trovano la parola Auschwitz in ogni libro di scuola e in molta narrativa. Anche per l’Europa e l’Italia Galtung segnala l’esigenza di un processo di verità e riconciliazione per il passato coloniale, se si vuole evitare che l’Europa si proponga come alternativa imperialista agli Stati Uniti d’America.
(Antonio Castagna)