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Il partito dell'amore?

di Ugo Morelli / scritto il 04-01-2010

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Ma non l’avevano già fondato Cicciolina e Moana Pozzi, il partito dell’amore? E nel caso della ri-fondazione da parte del Presidente del Consiglio italiano, di quale amore si tratta?
Nella sua approfondita ricerca sulle relazioni umane Luigi Pagliarani aveva distinto tra amore 1, amore 2 e amore 3. Dove per amore 1 egli intendeva l’amore primario, quello materno ad esempio, che può essere ad una via, incondizionato; per amore 2 intendeva l’amore edipico che induce ad una scelta; e con amore 3 si riferiva all’amore reciproco e alla sua possibile compiutezza adulta. È noto che Pagliarani fosse solito sostenere che, mentre il verbo amare è uno dei verbi più regolari nella coniugazione, tant’è che si usa come esempio per insegnare i verbi regolari della prima coniugazione, nella vita di ognuno di noi è raro che si riesca ad avere un buon equilibrio tra la forma attiva del verbo, amare, gli altri appunto; la forma passiva, essere amati e quella riflessiva, amarsi. Qual è allora il “partito dell’amore” del Presidente del Consiglio? Non ci sono molti dubbi possibili, una volta tanto, e si può ritenere che egli sia d’accordo. Essendosi dichiarato in lungo e in largo il migliore, sia come uomo di governo che come uomo che “si è fatto” da sé, il suo non può che essere il partito dell’amarsi. Avendo, inoltre, ampiamente praticato l’ “amore” non reciproco, sia disprezzando e ingiuriando persone e istituzioni come metodo di autopropaganda, sia vantandosi personalmente per la potenza mascolina con tanto di conferme a livello familiare, ha inventato, come egli stesso afferma, il partito dell’amore, 4 però, quello a fronte di remunerazioni sotto diverse forme, dalla moneta alle candidature politiche per chi quell’ “amore” lo corrisponde o per chi lo serve con compiacenza.

(Ugo Morelli)