base

home/conflict now

Cerca:

Come dicono “scuola” i bimbi di Martinsicuro.

Nella cittadina abruzzese si lavora con successo per risolvere i problemi: in pratica è un laboratorio nazionale dell’integrazione scolastica. Il manifesto, 14 ottobre 2004. / scritto il 08-11-2004

torna indietro

Come dicono “scuola” i bimbi di Martinsicuro.
Nella cittadina abruzzese si lavora con successo per risolvere i problemi:
in pratica è un laboratorio nazionale dell’integrazione scolastica.
Il manifesto, 14 ottobre 2004.

Martinsicuro è, secondo le statistiche del ministero dell’istruzione, al secondo posto in Italia tra i comuni medio piccoli, per presenza di bambini stranieri nelle scuole.
Sarà che questo comune diventato autonomo soltanto nel ’63 ha una storia che parla di confini: qui sorgeva uno dei porti più antichi creato dai Liburni, fatto erigere da Carlo V, che segnava la frontiera con lo stato pontificio; fatto sta che negli anni 90 le classi della scuola elementare hanno visto raddoppiare la presenza di bambini immigrati, con un incremento molto più veloce rispetto alla media nazionale.
Se si prevede che fra 10 anni nelle scuole italiane il 6% della popolazione sarà immigrata, a Martinsicuro si viaggia sulla media del l5% già da tempo.
Eppure qui la vita scorre tranquilla: nessun episodio eclatante di razzismo, nessuna fuga delle famiglie italiane dall’offerta scolastica del comune e soprattutto un corpo docente che, dalle materne alle scuole medie, getta acqua sul fuoco dell’”eccezionalità”.
La presenza di bambini stranieri è stato uno stimolo anche per innovare la didattica rivolta agli italiani. Da tre anni alle elementari si usa l’apprendimento cooperativo che consiste nel far lavorare in gruppo i bambini, sia italiani che stranieri, così da auto-aiutarsi, ognuno
impiegando le proprie abilità.
Il tasto dolente: le risorse. In Italia non esiste una legge ad hoc che preveda finanziamenti per l’inserimento di figure professionali dell’intercultura a scuola.
Eppure le scuole di Martinsicuro potrebbero rappresentare un laboratorio nazionale.
(Sabrina Taddei)

Fonte: "Il Manifesto", 14 ottobre 2004

http://www.ilmanifesto.it