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Metà America potrebbe odiare se stessa la mattina...

Roberto Silvestri, Il Manifesto, 23 marzo 2005 / scritto il 24-03-2005

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La strage di Red Lake School, e lo scontro su Terri «anticipati» in un documentario indipendente nativo e in «Million Dollar Baby»
Profezie In un film di Sandy Osawa il dramma dei Chippewa. Eastwood ha anticipato il match sull'eutanasia tra fanatici e non
ROBERTO SILVESTRI
Michael Moore ci avvertì, in Bowling for Columbine. La produzione industriale di paura, oltre che di armi da guerra accessibili via e-mail; la metafisica fiscale e la medievalizzazione dell'accesso al sapere e all'informazione, la sempre più dolorosa contraddizione tra potenzialità dell'individuo democratico e suo frustrante dispiegarsi (vedi il caso della predicatrice islamica Amina Wadud, che manda ai pazzi i cattosauditi), generano negli Usa mostri, fin da cuccioli, che nessuna guerra preventiva riuscirà più a fermare. L'Elephant è sensibile. E, come anche Gus Van Sant mostrò in folgorante istantanea sui desideri stragistici istigati dalla nostra civiltà, non meno totalitaria di altre, o si cambia tutto dalle fondamenta, a cominciare dall'educazione o, prima o poi, si vendica. Jeff Weise, 17 anni, nativo della tribù Ojibway, 100 km a sud del Canada, ha distrutto in un attimo il mondo in cui viveva: casa, nonni, compagni, insegnanti, scuola, povera riserva e se stesso. Ha spaccato in un solo mattino i valori consentiti e dominanti, come si fa di notte, meno cruentemente e se si è sensibili, nelle periferie con i segni della propria degradazione metropolitana, congelate nei film suburbani di Loach o Abdellatif Kechiche (La schivata) e partorite dai cervelli architettonici e urbanistici dei peggiori criminali viventi.

Jeff - dicono le agenzie - era un nativo nazista. Non potendo diventare famoso come i pochi divi nativivi hollywoodian-televisivi (Adam Beach, Diane Debassige o Ryan Black) ha dunque acchiappato la sua razione consentita di «15' di celebrità» come sapeva e come poteva. Con le armi in pugno. Gli unici indiani tollerati nella società Usa sono quelli con le piume, no? Il ragazzo non deve aver visto in tv (era alla Pbs) Lighting The Seventh Fire, un documentario indipendente della straordinaria cineasta nativa (tribù Makha) Sandy Osawa, che nel 2003 proprio alle lotte di questi anni del popolo di Jeff, gli Ojibway (o Chippewa), per il diritto negato alla pesca, unica fonte di reddito, era dedicato. Lì si spiegavano, in forma narrativa suggestiva e profetica, mai «a una sola dimensione», le solite cose: che il razzismo contro i nativi c'è tuttora e che, pur vincendo la causa davanti alla corte Suprema contro le fameliche multinazionali, tutto questo, come gli altri 300 trattati sottoscritti nella storia, per Washington è carta straccia. C'è da perdere i nervi. Come puoi mantenere vive le parti fertili delle antiche tradizioni, pur entrando nella modernità, magari attraverso l'usufrutto dei casinò? In una scena si vede un gruppo di fedelissimi della dinastia Bush, bianchi e patriottici, che urlano davanti alle scuole della riserva, issando cartelli: «Keep Indiana Propaganda Out of School». E magari qualche insegnante l'ha pure fatto...

Qualche altra profezia conturbante, che dovrebbe farci amare ancora di più un altro cineasta, wasp questa volta, ma così coinvolto nella storia sociale e psicologica del suo paese, l'ha colta anche Clint Eastwood, in Million dollar Baby, l'ultimo suo cupo dramma etico sulla libertà, sul rischio di ogni scelta esistenziale fatta dalla propria coscienza e non dettata o obbligata da chiesa, famiglia, superiori, testi sacri, comunità, conto in banca o altra ideologia. Norimberga è proprio passata invano. Un film che, come sempre, ha smosso il sistema nervoso interiore, delicato e combattente dell'America di oggi, che - dicono - si sta dividendo sul corpo vegetale di Terri Schiavo e se su questo santo tubo, o inutilmente nutriente, si debba intervenire o no.

Questi sono morti che contano. Ring Lardner jr, l'ultimo «black listed», morto nel 2000, alla fine della sua autobiografia postuma di rivoluzionario non pentito, I'd Hate myself in the Morning (Odierei me stesso al mattino) ci dà il ritratto di come è diventata in questi anni la metà degli «americani». È davvero agghiacciante perchè sono, per ignoranza, fanatismo, prepotenza, e superstizione, come «metà degli italiani», umorosmo a parte: tardopuritani pensano davvero che il regno dei cieli è per pochi eletti, mentre la stragrande maggioranza delle persone, senza dio, brucerà tra le fiamme. Persone da una parte, vegetali dall'altra. Infatti. Un misterioso virus, che non è neanche l'ebola, sta uccidendo quasi 100 persone in Angola. Morti che non esistono. La «doppia guerra» in corso, scatenata per motivi sufficienti a allestire un altro tribunale Russell, ha ucciso più di 1600 soldati Usa, ovvero portatori sani di democrazia. Ma, se non ci fosse stata l'artista Annette Polan a esporne i ritratti di 1327 di loro (nel cimitero di Arlington, Washington, da oggi), gli americani non potrebbero vedere i loro eroi neanche avvolti nella bandiera, e nella bara. Morti che non esistono, anche perchè, essendo oltre 41 mila i militari non residenti in Usa d'Afghanistan e Iraq (ipnotizzati dalla green card) non sono tutti lutti a stelle e strisce. Ci sono morti più penose e importanti di altre, nel paese dove vige la pena di morte. Molte pene di morte, dei colpevoli, sono inebrianti. Altre, degli innocenti, intollerabili. Gli stessi che innalzano cartelli per friggere, e subito, gli «assatanati killer», sbraitano affinchè Teri Schiavo viva una vita più penosa della morte. Lo impone, contro i giudici burocrati, la scienza teo-con.

(Sabrina Taddei)

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