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Mettere in assemblea: l’arte di moltiplicare i pensieri

di Antonio Castagna / scritto il 13-11-2007

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Due articoli mi hanno colpito nei giorni scorsi, che si riferiscono a due storie italiane e che hanno in comune uno sguardo rivolto verso la possibilità. La prima è raccontata da Attilio Bolzoni, alle pagine 28 e 29 di “La Repubblica” del 27 ottobre 2007. La seconda, sempre sullo stesso giornale, da Roberto Saviano a pagina 21.
Bolzoni racconta di una mostra in corso a Roma (fino al 21 gennaio 2008) “Concreta Island by Alterazioni Video” (www.vm21contemporanea.com/mostra_alterazioni_video.htm )
alla galleria V.M. 21. La galleria ospita video, stampe, installazioni, dedicate al cosiddetto “Incompiuto siciliano”, frutto di pratiche talmente diffuse da poter essere ormai considerato uno stile costruttivo. La mostra è dedicata a 357 opere pubbliche incompiute presenti in tutta Italia. La Sicilia la fa da padrona nella valorizzazione di questo stile, ma come per molte cose siciliane l’abitudine si è molto diffusa anche in continente e persino nel nord della penisola. Il gruppo di artisti riuniti sotto la sigla “Alterazioni Video” ha schedato e filmato le magnifiche 357 incompiute italiane. Ci sono ospedali, campi di calcio, dighe, ponti, sottopassi, teatri, campi di polo, piscine, parcheggi multipiano. Tutto è messo in mostra come se si trattasse di opere d’arte, tanto che gli artisti hanno proposto a Teresa Sodano, Sindaco di Giarre, capitale italiana delle incompiute, di trasformare le incompiute in attrazione turistica, creando un prodotto da presentare alla prossima Bit di Milano.
L’articolo di Saviano invece presenta la messa in scena Gomorra per il teatro (al Teatro Mercadante di Napoli dal 29 ottobre al 18 novembre, www.teatrostabilenapoli.it ). Scrive Saviano: “Il teatro muta in voce ciò che è parola, concede viso, copre con un mantello di carne le parole […]. La potenza dello spazio teatrale come luogo che interrompe la solitudine che permette una diffusione di verità fatta di timpani e sudore, di sguardi e luci fioche, mi pare oggi più che in altri tempi necessario. Una verità detta in solitudine non è altro che una condanna in molta parte di questo paese. Ma se rimbalza sulle lingue di molti, se viene protetta da altre labbra, se diviene pasto condiviso, smette di essere una verità e si moltiplica […]. Bisognerebbe pretendere che l’attenzione continua e straripante data alle dichiarazioni dei politici si asciugasse e che fosse fatto spazio per un costante e polifonico racconto del paese.”
I due eventi hanno in comune, secondo me, proprio questa caratteristica, trasformano un fatto in possibilità di incontro. Siamo abituati a pensare che la denuncia e l’indignazione possano essere materia sufficiente per contribuire al cambiamento e spesso dimentichiamo che è la presenza di voce, visi, corpi, carne a permettere una assunzione di responsabilità nei confronti degli altri. Il teatro e l’arte hanno questo potere di sollecitare il movimento delle persone, di raccoglierle in un luogo e interrogarle su aspetti della vita quotidiana a cui per troppa abitudine magari non prestiamo troppa attenzione. Contrariamente dalle attività di denuncia però non contengono ricette morali preconfezionate, ma lasciano aperto il campo all’invenzione di significati inediti. È questo il significato dell’espressione “mettere in assemblea”, utilizzata da Enzo Corman in Considèrations Poelitiques pubblicato da Polemos nel maggio del 2006.

(Antonio Castagna)

www.vm21contemporanea.com/mostra_alterazioni_video.htm

www.teatrostabilenapoli.it