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Elogio al buon senso di Edoardo Galeano*, Le monde diplomatique il manifesto, n.8\9 Settembre 2004

/ scritto il 04-11-2004

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Elogio al buon senso
Di Edoardo Galeano*, Le monde diplomatique il manifesto, n.8\9 Settembre 2004

Riporto qui le parole scritte da Galeano particolarmente significative e assonanti con il nostro lavoro:

"Il nostro mondo malato di instabilità e di isolamento risente di un’altra ben crudele afflizione: la mancanza di ampi spazi aperti al dialogo e alla ripartizione del lavoro. Dove sono gli spazi aggregativi in cui sarebbero ancora possibili l’incontro e lo scambio? Non potremmo iniziare a cercarli nel senso comune? Quel buon senso ormai tanto prezioso e raro.
- Prendiamo per esempio le spese militari. Ogni giorno il mondo devolve 2,2 miliardi di dollari in produzione di morte. Più precisamente, il mondo destina questa cifra astronomica alla promozione di gigantesche partite di caccia in cui il cacciatore e la preda sono della stessa specie, e da cui risulta vincitore colui che avrà ucciso il maggior numero di propri simili. Basterebbero nove giorni di spese militari a procurare cibo, educazione e cure a tutti i bambini della Terra che ne sono sprovvisti.
I cinque maggiori fabbricanti e commercianti d’armi: Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia) sono gli stati che godono il diritto di veto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Che i garanti della pace mondiale siano allo stesso tempo i più importanti fornitori d’armi del pianeta non è un insulto al buon senso?
- Settembre 2001, New York. Quando l’aereo sventrò la seconda torre, e questa iniziò a vacillare e poi a crollare, le persone si sono precipitate scendendo le scale a tutta velocità. Gli altoparlanti allora hanno intimato l’ordine a tutti gli impiegati di ritornare al proprio posto di lavoro. Chi di loro ha agito con buon senso? Si salvarono soltanto quanti disobbedirono.
- La cultura autentica, quella che promana dal buon senso e che conduce al buon senso, ci insegna a lottare per recuperare quello che ci è stato usurpato. Il vescovo catalano Pedro Casaldaliga ha una lunga esperienza degli anni trascorsi nella foresta brasiliana. E sostiene che, se è vero che insegnare a pescare è meglio che offrire un pesce, d’altro canto, è inutile insegnare la pesca se i corsi d’acqua sono stati inquinati o venduti.
Per salvarci, dobbiamo raggrupparci. Come le dita di una stessa mano, come le anatre di uno stesso stormo."

Consapevoli aggiungo, che solo l'incontro con l'altro ci dà la possibilità di esistere.

*scrittore e giornalista uruguaniano, autore della trilogia Memoria del fuego, Madrid 1982-1986, Sansoni Firenze 1989)

(Sabrina Taddei)

http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/